martedì 22 ottobre 2013

SPIGOLATURE DALLA STAMPA - Ottobre 2013

MEGLIO NASCERE IN CAMPAGNA

Uno studio condotto da ricercatori spagnoli di Granada, ha rivelato che le donne in gravidanza che vivono in città hanno valori di xenoestrogeni maggiori rispetto alle donne che vivono in aree extraurbane. Gli xenoestrogeni sono sostanze simili agli ormoni, ma considerate molecole inquinanti e sono correlati ad un aumento dei casi di obesità, alla pubertà precoce, all'aumento di iperattività nei neonati, oltre che ai problemi di crescita fetale e deficit di fertilità.
Altri studi, portati a termine presso l'Ohio State University, hanno messo in rilievo come i neonati, concepiti e portati a termine in aree rurali, fossero meno esposti alle patologie polmonari ed allergiche.


ITALIANI A LAVORO PER SCONFIGGERE L'ARTROSI

Leonardo Punzi dell'Università di Padova, in collaborazione con i colleghi delle Università di Harvard e di Stanford, sta da tempo studiando i fattori che determinano una delle patologie più invalidanti della nostra società: l'artrosi. I loro studi sono focalizzati sul ruolo che alcune proteine (quelle del complemento), hanno nella nostra immunologia anti-batterica, anti-tumorale e nell'infiammazione. Si ritiene che se queste proteine vengono prodotte eccessivamente, possono essere fonte di aggressione verso le cartilagini, causando i danni che poi determinano la patologia osteo-articolare. Si calcola che dopo i 65 anni il 20 per cento della nostra popolazione soffra di artrosi della mano, il 19 per cento di quella del ginocchio, l'11 per cento dell'anca, ecco spiegati i numerosi interventi di protesi agli stessi segmenti ossei.


LA DIETA RICCA DI FRUTTA E VERDURA E POVERA DI SALE FA BENE ALLA SALUTE

La dieta a base di frutta e verdura sembrerebbe modificare la predisposizione genetica dei fattori di rischio delle patologie cardiovascolari: in particolore, sul gene 9p21, già riconosciuto come uno dei predittori del rischio. Lo studio è stato effettuato dai ricercatori canadesi Mc Master e Mc Gill, su un campione di 27 mila persone.
Uno studio della Nutrition Foundation of Italy, ha stabilito che la semplice riduzione di 5 grammi di sale al giorno può ridurre del 20 per cento il rischio di infarto del miocardio, dell'ictus, abbassando, di fatto, anche i valori della pressione arteriosa.


LO ZUCCHERO UNA NUOVA DROGA

L'uso dello zucchero potrebbe creare dipendenza ed il suo abuso accorcerebbe l'aspettativa di vita aprendo le porte ad obesità, diabete e danni ossidativi alle cellule.

Il Credit Suisse Research Istitute ha pubblicato uno studio dal titolo “Sugar: Consumption at a Crossroads' (Il consumo dello zucchero ad un bivio) che esamina i risvolti medici ed economici, così come quelli relativi ai consumatori, alle imprese e alla politica pubblica, del consumo dello zucchero a livello globale.

mercoledì 11 settembre 2013

LA NOSTRA SALUTE E' IN BILICO TRA MEDICINA PREDITTIVA E FITOTERAPIA

Viviamo in un'epoca in cui la qualità e la durata della vita sono migliorate notevolmente rispetto ai secoli scorsi. Questo sicuramente è frutto della migliore alimentazione e del progredire della scienza medica e della tecnologia. Però nella nostra società si tende a medicalizzare ogni aspetto della vita sentendosi ammalati anche quando non lo si è realmente. Un tempo molte esperienze fisiche ed emotive spiacevoli erano considerate normali e non etichettate come malattie vere e proprie. Si nasceva e moriva a casa, se si era tristi non necessariamente si doveva essere depressi e non tutti i bambini che avevano difficoltà di lettura erano dislessici.
Oggi, a differenza dei tempi passati, la medicina non è soltanto curativa ma è anche preventiva. Attualmente grazie agli screening genetici è possibile conoscere il rischio di sviluppare un determinato tipo di carcinoma, questo metodo diagnostico che si basa sullo studio del DNA, ha creato un nuovo tipo di medicina, detta predittiva, che se da un lato costituisce il raggiungimento di un importante traguardo dall'altro espone al rischio di una eccessiva medicalizzazione. Inoltre, allo stato attuale, la medicina predittiva è una medicina di elite alla quale accedono star come Angelina Jolie e non tutti i cittadini assistiti dal sistema sanitario nazionale.
In una situazione in cui facilmente si viene etichettati come pazienti e si fanno progressi che non sono per tutti, non è infrequente sentirsi infelici, vulnerabili ed ansiosi, è probabile che ci si senta malati anche quando realmente non lo si è. E' fondamentale allora saper distinguere tra disturbi importanti e sintomi lievi e transitori. Occorre trovare il giusto equilibrio tra il ricorso alla scienza medica , l'accettazione di alcune situazioni, anche se spiacevoli o dolorose, e l'automedicazione che per molti è sinonimo, oltre che di farmaci da banco, di fitoterapia.
Fin dalla preistoria l'uomo ha capito che la natura è fonte di sostanze con proprietà curative. I primi usi veri e propri dei principi curativi naturali si fanno risalire a 10000 anni fa quando le cure avvenivano in maniera empirica e si praticavano attraverso rituali mistici e religiosi. E' con la cultura greca che la secolarizzazione della medicina ha il suo culmine e si elimina il legame profondo tra utilizzo di sostanze curative e religione. Teofrasto, filosofo presocratico e successore di Aristotele, scrive il primo trattato di botanica farmaceutica ed è Ippocrate (460-377 a.C.) a classificare circa 300 tipi di piante medicinali consigliandone il modo d'impiego e influenzando tutto il mondo romano ed il medio evo. Con la caduta dell'impero romano la conoscenza della fitoterapia viene conservata nei monasteri e, parallelamente, si sviluppa nel mondo arabo, dove nasce l'alchimia che precede la chimica moderna. Nel 1500 Paracelsio affronta studi di chimica concentrandosi sui principi attivi delle piante. Attualmente la fitoterapia è considerata una medicina alternativa o complementare nella maggior parte degli stati membri della UE e negli Stati Uniti, anche se alcune piante sono riconosciute ed utilizzate anche nella medicina scientifica tradizionale. Normativamente i fitoterapici hanno molte diverse collocazioni, secondo la finalità d'uso, la modalità di registrazione e di immissione in commercio, di conseguenza i prodotti vegetali possono seguire la normativa del farmaco o quella dell'integratore. La normativa 2004/24/CE norma quei prodotti che hanno in Europa una lunga tradizione di utilizzo e su cui si hanno sufficienti dati di efficacia e sicurezza; tale norma permette la registrazione semplificata di farmaci vegetali tradizionali.

Non è facile essere oggettivi nella valutazione dei sintomi, il rischio è di eccedere nel ricorso alla scienza medica o di avventurarsi nell'automedicazione senza essere pienamente consapevoli del fatto che anche i principi contenuti nelle piante, come i farmaci, hanno le loro controindicazioni. Alcune regole generali possono essere d'aiuto: dei sintomi occorre sempre valutare l'intensità e la durata, occorre riuscire a mantenere una certa serenità e riflettere sulla possibilità di aver già esperito una situazione dello stesso genere, bisogna distinguere se ciò che si prova fa parte delle comuni, anche se spiacevoli, esperienze di vita o se si tratta di una effettiva patologia. La medicina oggi può molto ma non deve farci sentire ammalati se non lo siamo.

giovedì 29 agosto 2013

NOVITA' SULLA NORMATIVA CHE REGOLA IL RILASCIO DEI CERTIFICATI PER ATTIVITA' SPORTIVA NON AGONISTIGA


Con il decreto del fare è stato abrogato l'obbligo di certificazione per l'attività ludico-motororia amatoriale

A pochi giorni dalla ripresa della scuola e di gran parte delle attività sportive di tipo non agonistico cambia di nuovo la normativa che regola il rilascio dei certificati medici necessari allo svolgimento di tali pratiche sportive.
Il 20/07/13 è stato pubblicato sulla gazzetta ufficiale il D.M. Della Salute 24/04/13: “disciplina della certificazione dell'attività sportiva non agonistica e amatoriale e linee guida sulla dotazione dell'utilizzo di defibrillatori semiautomatici ed eventuali dispositivi salvavita”. Tale decreto comprende nuove e stringenti regole per il rilascio dei certificati.
Ma dopo appena un mese il 21/08/13 è entrato in vigore il Decreto “del fare” (DL 21/06/13 n 69) che cambia nuovamente le regole e restituisce al medico certificatore la responsabilità di eventuali accertamenti (http://www.ordinemedici.piacenza.it/index.php/primo-piano/682-attivita-sportiva-e-certificati-medici-cambiano-le-regole).  Con il decreto del fare è stato abrogato l'obbligo di certificazione per l'attività ludico-motororia amatoriale, cioè quell'attività in cui è assente un aspetto competitivo, il suo fine è esclusivamente igienico ricreativo e non ha rilevanza il soggetto che ne cura l'organizzazione.
Il certificato rimane a pagamento, non esistono più tariffe vincolanti, per cui ogni medico propone al cliente l'importo che ritiene opportuno. Ovviamente a fronte del pagamento deve essere rilasciata fattura.
Per approfondire leggi anche QUI

lunedì 5 agosto 2013

SPIGOLATURE DALLA STAMPA


La corretta alimentazione e le sane abitudini possono essere ottime alleate nella prevenzione di diverse patologie e per il mantenimento di uno stato di buona salute. Continuano ad arrivare conferme dagli studi scientifici, ecco alcune spigolature prese dalla stampa specializzata.




Secondo i nutrizionisti della Nutrition Foundation Italy esistono alcuni cibi da consumare per prevenire la depressione stagionale. I nutrizionisti consigliano una dieta bilanciata a base di verdure fresche a foglia larga, salmone, pesce azzurro e mitili, latte, frutta secca, fagioli, manzo e pollo. Questi alimenti sono ricchi di Vit. B12, ac. folico, potassio, magnesio ed omega 3.

Secondo uno studio condotto dai ricercatori della University of Sout of California il consumo di 50 mg di liquirizia al giorno può ridurre dell'ottanta per cento le vampate di calore nelle donne in menopausa e produrrebbe effetti benefici sull'osteoporosi delle donne anziane.
Va ricordato però che l'elevato consumo di liquirizia, sopratutto sotto forma di radici, è controindicato nell'ipertensione arteriosa.

L'Associazione Urologi Italiani torna a sottolineare l'influenza del fumo sull'incidenza del cancro della vescica e dei reni. In Italia sono 4,7 le donne e 2,8 gli uomini che ogni 100.000 abitanti vengono colpiti da questo tipo di neoplasie. In Europa il nostro paese è secondo soltanto alla Spagna.

Secondo uno studio condotto dalla Federazione Italiana Aerobica e Fittens gli italiani tendono alla sedentarietà, con conseguenze negative sull'incidenza delle malattie cardiache e metaboliche.
Per la prevenzione di queste patologie sarebbero indispensabili almeno 30 minuti di attività fisica in palestra o a casa, magari con l'ausilio di un tapis roulant. Le regioni meno sportive sono la Basilicata, l'Abruzzo e la Campania.

martedì 23 luglio 2013

QUANDO FA CALDO ATTENTI AGLI ATTACCHI DI PANICO


Circa due milioni di italiani soffrono di attacchi di panico, il 3 per cento della popolazione ne soffre cronicamente ma il 35 per cento ha subito un attacco di panico almeno una volta nella sua vita.
L'attacco di panico è una patologia che nasce dall'ansia ed ha maggiore incidenza nelle aree metropolitane. Si manifesta generalmente in modo improvviso ed inaspettato con sintomi somatici che possono simulare altri tipi di patologie: dolore toracico, tachicardia, difficoltà respiratoria, nausea, vertigini sudorazione, parestesie ma sopratutto una sensazione di morte imminente. Le crisi hanno una durata variabile tra 10 e 30 minuti e quando si risolvono lasciano un senso di spossatezza.
Sono diverse le ipotesi sulle origini di questo disturbo: alcuni studi evidenziano una familiarità, altri sottolineano il ruolo degli eventi stressanti della vita , una ricerca condotta dall'Istituto di biologia Medica e Molecolare di Barcellona indica che potrebbe esserci alla base della malattia una piccola anomalia genetica rintracciabile in una regione del cromosoma 15. Il disturbo da attacco di panico (DAP) è un disturbo di natura psicologica classificato nel DSM V , manuale diagnostico statistico utilizzato per codificare i disturbi psicopatologici.
Un dato interessante è che l'incidenza del primo attacco di panico prevale verso la fine della primavera e per tutta l'estate (da Marzo ad Agosto), mentre una minore frequenza si registra in autunno ed in inverno (Franklin 1985, O' Sullivan 1989, Lelliot 1989). Al pari del primo attacco di le recidive si verificano a fine primavera estate (Franklin 1987, Gerbabro 1997, Lelliot 1989).
Siamo dunque nella stagione in cui questo disturbo più facilmente si manifesta. Il primo episodio può rimanere unico o può essere seguito da recidive la cui frequenza può configurare la cronicità di questa patologia.
Generalmente la prima volta che i l soggetto sperimenta il panico si rivolge al pronto soccorso o più raramente al medico di famiglia. Gli studi suggeriscono che circa un terzo dei pazienti che si presentano in pronto soccorso con dolore toracico hanno disordini da panico e vengono sottoposti a studi diagnostici per escludere malattie cardiovascolari ma non ricevono né una diagnosi né un trattamento adeguato per il disturbo da panico. Nel caso delle recidive il soggetto è generalmente in grado di riconoscere la sintomatologia ma a volte si reca comunque in pronto soccorso nella speranza di essere rassicurato sulle proprie condizioni di salute non accettando la dimensione psicologia del proprio disturbo.
L
'Eurodap (associazione europea disturbi da attacco di panico) suggerisce, quando si manifesta l'attacco, di respirare in maniera lenta e profonda concentrandosi sul respiro. La stessa associazione ritiene che la prevenzione dei disturbi da panico deve incentrarsi sull'aumento dell'autostima, il miglioramento del rapporto empatico con l'altro ed il miglioramento della capacità d'investimento delle proprie energie. A maggio l'Eurodap in collaborazione con Roma Capitale ha promosso corsi gratuiti per affrontare i problemi psicologici indotti dalla crisi econimica.
Il trattamento terapeutico del disturbo da attacco di panico non è univoco . Spazia dall'uso di psicofarmaci (prevalentemente ansiolitici ed antidepressivi), alla psicoterapia, all'utilizzo della medicina naturale che consiglia l'uso di passiflora ed avena per il loro effetto calmante, di piccole dosi di cobalto per moderare l'eccessiva risposta neurovegetativa che caratterizza l'attacco di panico ed infine l'uso di micro dosi di bromuro d'ammonio per bloccare sul nascere la crisi d'angoscia.
Spesso è l'associazione dei diversi rimedi a dare il risultato migliore, è comunque indispensabile conoscere il disturbo per poterlo affrontare e superare. L'ALPA è una associazione di volontariato senza scopo di lucro attiva sul territorio nazionale che promuove la conoscenza del DAP, dell'ansia e dell'agorafobia e offre supporto a chi ne soffre. (www.infoalpa.it)

lunedì 24 giugno 2013

MALATTIA E VERGOGNA: E' SEMPRE DIFFICILE PARLARE DEI DISTURBI DELLA SFERA SESSUALE E PSICOLOGICA


La malattie per definizione causano sofferenza fisica e psicologica. Alcune possono far nascere un problema ulteriore, possono essere causa di disagio ed insicurezza in presenza di altre persone o possono essere fonte di vergogna. A volte e sopratutto negli adolescenti il senso di inadeguatezza si può concentrare sul corpo fino a trasformarsi in dismorfofobia cioè la vergogna del proprio corpo. E' intimo il rapporto tra malattia e vergogna.
Sono numerose le patologie che nel corso degli anni sono state considerate come uno stigma sociale e delle quali è difficile parlare anche con il medico.
Gli epilettici, o meglio le epilettiche, nel medioevo erano considerate delle streghe, successivamente la malattia denominata morbus sacer, maior, comitialis ha rappresentato per chi ne era affetto un grave impedimento all'integrazione sociale.
Ci sono stati anni in cui le famiglie nascondevano la presenza di un malato di tubercolosi.
Oggi lo stigma e l'esclusione sociale sono i principali ostacoli che le persone con demenza e coloro che li assistono incontrano: ad affermarlo sono il 75 per cento dei malati ed il 64 per cento dei familiari, mentre il 40 per cento dei malati afferma anche di sentirsi evitato o trattato in modo diverso (Rapporto Mondiale Alzheeimer 2012). La vergogna nei confronti della malattia resta un ostacolo per tutte le iniziative relative alla demenza. L'informazione è fondamentale per rimuovere questo ostacolo (www.alzheimer.it).
L'Organizzazione Mondiale della Sanità stima che circa 400 milioni di persone nel mondo siano affette da disturbi mentali, per questi pazienti le difficoltà ad accedere tempestivamente alle cure nascono da una serie di pregiudizi che creano situazioni di stigmatizzazione ed esclusione.
E' sempre la vergogna l'impedimento alla di
agnosi precoce del poliabuso alcolico.
Nel sottoporsi a colonscopia, esame diagnostico utilizzato anche per la prevenzione dei tumori del grosso intestino, c'è paura di avvertire dolore ma c'è anche sensazione di vergogna.
Sono tre milioni gli italiani affetti da incontinenza urinaria ed altri tre ne soffrono in modo saltuario. Questa malattia pone forti limiti ai contatti sociali, all'attività lavorativa ed alla vita di relazione e sessuale provocando disagio fisico e psicologico e scatenando sentimenti di imbarazzo e vergogna.
L'alopecia e le malattie della pelle come la psoriasi possono incidere sulla qualità della vita per il disagio sociale ed il conseguente isolamento l'isolamento che generano.
Anche per le malattie neoplastiche esistono studi che documentano il senso di vergogna provato dai pazienti.
Lo stigma nei confronti della malattia incide sul destino delle persone che ne sono colpite e sulla possibilità di ricevere cure adeguate.
Con il tempo ci si è emancipati rispetto ad alcune patologie, anche se rimane ancora difficile parlare dei disturbi che coinvolgono la sfera psicologica e sessuale della nostra vita.
La vergogna è collegata in alcuni casi alla via di trasmissione della malattia, è così da sempre per le malattie veneree o per l'aids , ma può comparire anche perché investe gli aspetti più intimi della persona come nel caso, ad esempio, dell'impotenza o dell'eiaculazione precoce (www.amicoandrologo.it).
La vergogna per la malattia è un impedimento a trovare una soluzione, anche quando questa è possibile, poiché frena la richiesta d'aiuto.
Oggi il web rappresenta un nuovo terreno per la comunicazione, grazie alla rete si può assumere maggiore consapevolezza per tutelare la propria salute e per diventare soggetti attivi del processo di cura, non sempre però è facile orientarsi. Il maggior anonimato che la rete garantisce rispetto al rapporto diretto può rappresentare per i medici un'opportunità in più per migliorare il dialogo in tutte quelle situazioni in cui la vergogna per la malattia rappresenta un impedimento alla cura.

giovedì 13 giugno 2013

ALIMENTAZIONE E SALUTE: L'OBESITA' E I DISTURBI DEL COMPORTAMENTO ALIMENTARE (LA MAPPA DEI CENTRI RIABILITATIVI IN ITALIA)


Numerose ricerche epidemiologiche internazionali hanno dimostrato che una corretta alimentazione è il primo passo per la prevenzione e la cura di numerose malattie (ipertensione, ipercolesterolemia, diabete, malattie dell'apparato digerente, osteoporosi, acne, cistite, emicrania), inoltre negli ultimi anni sono molti gli studi che indagano il rapporto tra alimentazione e cancro.
Si può mangiare sano e bene. Un'alimentazione ricca di frutta e verdure e povera di grassi è fondamentale per eliminare i fattori di rischio per le malattie, in particolare quelle dell'apparato cardiocircolatorio.
Per un buon funzionamento, il nostro organismo deve ricevere ogni giorno una corretta quantità di energia e principi nutritivi essenziali. Le calorie, unità di misura dell'energia, sono contenute in quantità variabile in tutti i cibi. L'alimentazione sana prevede un giusto apporto calorico e una giusta ripartizione dei principi nutritivi. Questo principio rimane valido anche nel caso in cui sia necessario perdere peso. Uno studio del Karoliniska Institutet di Stoccolma, apparso su International Journal of Obesity, dimostra che tra i tanti effetti collaterali delle diete drastiche e fortemente restrittive vi è la comparsa di calcoli biliari.
Quando si parla di prevenzione attraverso l'alimentazione non si può trascurare che nell'ultimo ventennio l'obesità ed i disturbi dell'alimentazione, di cui anoressia e bulimia sono le manifestazioni più note, sono diventati una vera e propria emergenza di salute.
Negli Stati Uniti le associazioni mediche che si occupano di disordini alimentari non esitano a definirli come una vera e propria epidemia che attraversa tutti gli strati sociali e tutte le etnie.
I disturbi del comportamento alimentare (DCA) negli ultimi anni hanno subito un abbassamento dell'età di esordio e una diversificazione dei quadri clinici.
Il DSM-IV, manuale di diagnostica psichiatrica, li definisce disturbi caratterizzati dalla presenza di alterazioni evidenti del comportamento alimentare. Quindi sono patologie tipizzate da un disturbo, o un disagio, causato da un alterato rapporto con il cibo e con il proprio corpo.
Secondo i dati stimati nel 2012 dal Ministero della Salute sono circa tre milioni le persone in Italia affette da DCA. Circa due milioni sono ragazzi e questa patologia rappresenta la prima causa di morte per malattia delle femmine tra i 12 ed i 25 anni (dati Società Italiana per lo Studio dei DCA).
Questi disturbi colpiscono in prevalenza la popolazione femminile, anche se la percentuale dei maschi affetti è in crescita.
L'obesità e i disturbi del comportamento alimentare presentano numerose zone di intersezione con altri campi della medicina e per questo richiedono interventi coordinati di specialisti diversi sia per un corretto inquadramento diagnostico, sia per un adeguato trattamento terapeutico. Tuttavia la cura psichiatrica e psicoterapeutica rappresenta il fondamento del trattamento e deve essere associata agli altri specifici interventi. Secondo le linee guida (NICE e APA) i livelli di cura devono garantire tutti un approccio multidimensionale e multiprofessionale e consentire una continuità delle cure nel passaggio da un livello assistenziale all'altro. L'accesso principale al percorso terapeutico dovrebbe essere quello ambulatoriale che svolge funzione di filtro diagnostico e terapeutico per i successivi livelli di cura (day hospital, ricovero ordinario e residenziale). La scelta del livello assistenziale è definita da precisi criteri clinici e psichiatrici e viene accompagnata da un intenso lavoro di motivazione al trattamento poiché spesso non esiste né motivazione né coscienza di malattia.
Sul web è disponibile la mappa di tutte le strutture pubbliche e convenzionate con il SSN che in Italia si occupano di riabilitazione dei DCA (clicca sul link per leggere le mappe: ).
buone pratiche dicura e prevenzione sociale DCA
Sono molti i fattori che influenzano la comparsa e l'andamento di obesità e DCA: una distorta percezione del proprio aspetto fisico, problematiche familiari, la convinzione che una persona venga valutata prevalentemente in base al proprio aspetto fisico, la mancanza di autostima, modelli estetici che esaltano la magrezza come sinonimo di bellezza e , per contro, ritengono l'obesità simbolo di scarsa efficienza e di emarginazione sociale.
I programmi di prevenzione primaria, condotti finora in diversi paesi occidentali, non hanno fornito risultati confortanti. Non serve a molto fornire informazioni ai giovani circa i DCA e i loro fattori di rischio, nella speranza che essi evitino comportamenti pericolosi. Maggiore incidenza hanno le informazioni che provengono dagli adulti significativi per il mondo giovanile.
Migliori risultati si ottengono con la prevenzione secondaria che consiste nell'accorciare i tempi tra l'esordio della malattia e la richiesta d'aiuto. In questo risulta fondamentale l'intervento di chi vive al fianco dei pazienti poiché essi spesso negano di avere un problema. Non bisogna sottovalutare le condotte alimentari e quando serve occorre rivolgersi al medico ed in seconda battuta allo specialista.

lunedì 10 giugno 2013

IL DIABETE UNA PATOLOGIA IN CRESCITA: ASPETTI ECONOMICI E PSICOLOGICI


Il diabete in Italia e nel resto del mondo è una patologia in crescita. Secondo i dati dell'annuario ISTAT 2010, in Italia è diabetico il 4,9 per cento della popolazione pari circa a 2960000 persone.
Il diabete è una malattia cronica che ha risvolti negativi sula qualità della vita lavorativa e sociale di chi ne è affetto. I costi della cura della malattia ammontano a 2738 euro l'anno per paziente.
La cura del diabete è cambiata nel tempo. Alla terapia insulinica sono stati aggiunti altri farmaci in grado di limitare le complicanze. In Italia esiste da 5 anni una nuova classe di farmaci che presenta importanti vantaggi per alcuni tipi di diabetici, le incretine. Questi farmaci vengono dispensati previo rilascio di piano terapeutico del diabetologo a scadenza semestrale o annuale.
Il piano terapeutico è stato previsto poiché esiste un tetto di spesa per i farmaci innovativi, questo purtroppo limita l'utilizzo di tali farmaci per altri potenziali pazienti.
La condizione clinica e sociale del diabetico in Italia è tutelata dalla legge115 del 16/03/1987 la cui attuazione è affidata alle Regioni attraverso i piani sanitari regionali. In ciò risiede la disomogeneità delle cure al paziente diabetico nelle diverse località italiane.
Tra i presidi forniti dal Servizio Sanitario Nazionale vi sono le striscette reattive per la misurazione della glicemia. In alcune Regioni il numero di striscette è congruo alle esigenze del paziente in altre Regioni non lo è per mancanza di fondi.
Il risparmio è possibile ma occorre incentivare la prevenzione, per la quale rimane fondamentale promuovere una corretta educazione alimentare, e cercare di ridurre le complicanze della malattia.
Il diabete, come tutte le malattie croniche, presenta importanti implicazioni psicologiche. L'adattamento del paziente alla sua malattia influenza profondamente la sua modalità di partecipazione al trattamento terapeutico. La scarsa aderenza alla terapia può essere una manifestazione di un disagio psichico. A volte i pazienti usano come meccanismo di difesa la negazione per proteggersi dallo “shock della diagnosi” tentando così di ridurre lo stress legato alla malattia. Se la negazione persiste si può tramutare in una mancanza di compliance per il trattamento farmacologico, il regime alimentare ed i controlli diagnostici aumentando il rischio di comparsa di complicanze.
E' importante che il paziente assuma coscienza della sua malattia e metta in atto meccanismi di difesa ed adattamento positivi. Nel paziente diabetico la presa in carico del versante soggettivo e delle sue implicazioni psichiche non può essere sottovalutata, proprio perché il disagio psichico interferisce negativamente nel percorso di cura e aumenta il rischio delle recidive e degli aggravamenti, con danni economici e sociali rilevanti. Non è un caso che una industria farmaceutica come la ROCHE si interessi agli aspetti psicologici del diabete e pubblichi un libro dal titolo: “L'approccio psicologico nel diabete” del professor Paolo Gentili e altri visibile qui gratuitamente. 

(Clicca sul link per leggere il pdf

DUE BREVI NOTIZIE SU IPERTENSIONE E MEMORIA APPARSE SU "CLASSE MEDICA"


L'IPERTENSIONE ARTERIOSA
Secondo i dati statistici di uno studio della della Società italiana dell'ipertensione arteriosa un italiano su tre, tra i 40 e gli 80 anni, soffre di ipertensione arteriosa e solo un iperteso su quattro ha compensata la patologia con farmaci e con controlli seriati.
Un altro studio mette in evidenza che basta misurare la differenza pressoria tra le due braccia per prevedere un rischio cardiovascolare. Una ricerca condotta in follow-up per 10 anni ha stabilito, che una differenza pressoria tra la misurazione del braccio sinistro e destro superiore a 10 mm Hg può determinare un rischio cardiovascolare (BMJ 2012;344 e 1327)

LA CAPACITA' MNEMONICA
Sul sito experiments.wustl.edu, è possibile effettuare un test, che in 10 minuti è capace di calcolare la capacità mnemonica, nel ricordare i nomi ed i volti.
L'esperimento, approdato su internet, permetterà ai ricercatori della Washington University di St. Louis di elaborare una statistica sulla stessa capacità mnemonica umana, il test si chiama Face-Name Memory IQ.

giovedì 6 giugno 2013

LA MEDICINA SOLIDALE APPRODA AI CASTELLI ROMANI


La medicina solidale nasce dall'esigenza di offrire un presidio sanitario a bassa soglia accessibile a tutti e si caratterizza per proporre nuovi percorsi assistenziali capaci di rimuovere ostacoli burocratici, emotivi ed economici. Inoltre ha lo scopo di promuovere l'educazione alla salute e alla prevenzione e di far conoscere le norme, i diritti e i doveri che possono aiutare i cittadini-pazienti ad usufruire al meglio dei servizi sanitari.
Oggi si avverte sempre più forte l'esigenza di offrire servizi sanitari di qualità a tariffe solidali.
Il centro medico dell'associazione Onlus S.O.S. ANGELI DEL SOCCORSO (Roma via Vermicino 158 e c/o Centro Commerciale Roma Est via Collatina 858) fornisce un'assistenza di qualità,con servizi di diagnostica clinica e strumentale alla portata di tutti, anche nelle specialità meno coperte dal Sistema Sanitario Nazionale come la psicoterapia. Qualità per questo centro significa accesso facile e veloce alle cure, tempo di visita adeguato, centralità del rapporto medico-paziente fondato sull'ascolto, la fiducia e la chiarezza delle informazioni. I medici che vi operano effettuano sia visite ambulatoriali che domiciliari. Da giugno 2013, con la mia collaborazione, è stato attivato un servizio di psicologia clinica che si caratterizza per fornire, oltre che servizi ambulatoriali, anche assistenza psicologica a domicilio. L'idea di offrire un servizio di home-care ad indirizzo psicologico nasce dalla considerazione che per dare una valida risposta clinica ed assistenziale occorre adattare gli strumenti di cura alle esigenze di chi soffre. Grazie a questo tipo d'intervento il paziente conserva un senso di maggiore sicurezza e protezione ricevendo cure indirizzate esclusivamente alle sue necessità e per coloro che hanno, come ad esempio gli anziani con deterioramento celebrale, problemi di orientamento diviene fondamentale per non aggravare la situazione operare in un ambiente a loro familiare.
Il servizio è rivolto alle persone che presentano difficoltà a recarsi presso un servizio pubblico o privato, a chi si trova in condizioni invalidanti, alle persone con difficoltà nella gestione delle attività di vita quotidiana, alle neo-mamme ed ai genitori in difficoltà ed infine ai bambini ed ai ragazzi con difficoltà scolastiche.
L'attivazione del servizio è molto semplice poiché avviene tramite contatto telefonico e con la stessa modalità è possibile ottenere anche una consulenza psichiatrica.

martedì 4 giugno 2013

LA SALUTE NON E' UN LUSSO NEANCHE IN TEMPO DI CRISI


Il deterioramento delle prospettive economiche globali in alcuni paesi sta aumentando la preoccupazione per gli effetti che la crisi economica sta avendo sulla salute delle persone.
La crisi che interessa molti paesi europei è aggravata, per quanto concerne la sua ricaduta sulla salute, da altri fattori quali: una popolazione sempre più anziana, stili di vita malsani, aumento dei costi di assistenza sanitaria e politiche di salute pubblica più portate a fornire servizi per le patologie acute piuttosto che per quelle croniche.
In Italia la legge ha stabilito, fatta eccezione per chi usufruisce di esenzione per reddito o patologia, che per le prestazioni sanitarie occorre pagare un tiket che per gli esami diagnostici può raggiungere i 46 euro. Quindi, quando non si rientra nel buget familiare, la visita dallo specialista o l'esame diagnostico può aspettare. Questo meccanismo sta modificando l'atteggiamento degli utenti nei confronti del Sistema Sanitario e più in generale della salute. I cittadini rinunciano a prevenire le malattie e a volte addirittura a curarsi, a causa dei costi difficili da recuperare. Oppure cercano strade alternative, come ad esempio la visita in pronto soccorso, nella speranza di un accesso immediato a prestazioni, terapie ed esami diagnostici, scavalcando la trafila dei tempi di attesa e nella speranza di risparmiare.
Oltre al ridotto potere di spesa in servizi sanitari ci sono altri fattori da prendere in considerazione che sono legati alla crisi economica ed hanno riflessi negativi sulla salute, tra questi un aumento del consumo di cibi di ridotta qualità, ricchi in grassi, zuccheri, sodio e poveri di fibre, vitamine, ferro e proteine; un aumento dell'uso di alcolici, antidepressivi e stupefacenti; la comparsa di alcune nuove forme di dipendenza come gratta e vinci, bingo e scommesse.
Attualmente non è possibile, utilizzando i dati epidemiologici, stabilire i tassi di incidenza di malattie determinate dalla crisi economica e dagli ostacoli all'accesso alle cure sanitarie. Tuttavia alcuni dati cominciano ad emergere, come ad esempio un aumento dell'incidenza dei disturbi psichiatrici, un ridotto accesso alle cure odontoiatriche, anche per i bambini, ed un aumento delle malattie legate alla povertà. Diversi studi hanno dimostrato una forte correlazione tra perdita dei posti di lavoro e depressione clinica e sub-clinica, abuso di sostanze, ansia e comportamento antisociale. E' possibile che nei paesi europei si abbia un aumento dei tassi di malattie trasmissibili legate al deterioramento economico quali la tubercolosi.
Se è vero che la medicina è legata a doppio filo all'economia, è anche vero che la salute è un diritto.
Oggi è necessario non dare tutto a tutti, ma ciò che serve a chi serve. Per fare questo occorre realismo e competenza. Bisogna tornare a fare diagnosi ricorrendo agli esami specialistici solo quando sono effettivamente necessari. Stefano Gumia, ortopedico ricercatore dell'Università di Roma La Sapienza e specialista in chirurgia della spalla, organizza corsi di formazione gratuiti per i medici di base affinché essi posano apprendere dallo specialista le manovre semeiologiche necessarie per comprendere il disturbo articolare del loro paziente senza esami strumentali, riservando questi ultimi ai casi di effettiva necessità.
Occorre tornare ad un atteggiamento incentrato sull'etica della medicina e sull'etica dei rapporti tra medico e paziente, le scelte basate sul buon senso nell'applicazione delle terapie, nei controlli diagnostici e la stessa conoscenza della persona che si sta curando possono incidere in maniera significativa sui costi dei servizi per la salute.

venerdì 31 maggio 2013

L'ERRORE DIAGNOSTICO PESA SULLA SALUTE DEI PAZIENTI E SUI COSTI DEI SERVIZI

Le decisioni dei medici hanno effetto sulla salute dei pazienti e sui costi dei servizi.
E' più facile di quanto si pensi che il medico non riconosca malattie comuni. Molti studi sono stati condotti sugli errori che provocano incidenti gravi in ospedale, meno frequentemente i ricercatori si sono soffermati sulle diagnosi sbagliate in medicina generale. Un gruppo di Huston, nel Texas, ha condotto uno studio per indagare questo aspetto. Il risultato è stato che quasi otto errori su dieci hanno la loro radice nel primo incontro tra medico e paziente.
Molti errori diagnostici non sono dovuti ad incompetenza o conoscenze inadeguate ma sono il risultato di errati processi cognitivi.
Il percorso cognitivo che il medico compie parte dalla raccolta delle informazioni (anamnesi) che deve essere condotta in modo accurato e che spesso viene fatta, invece, in maniera frettolosa .Poi le informazioni debbono essere selezionate, cioè occorre capire quali sono quelle utili ai fini diagnostici e quali no ed interpretate per giungere alla diagnosi.
L'errore oltre che nascere dalla cattiva raccolta delle informazioni può essere legato al paradigma con cui il medico interpreta i dati a sua disposizione.
La sempre maggiore specializzazione in medicina può condurre ad una raccolta settoriale di informazioni ed ad una loro interpretazione distrettuale che si allontana dalla realtà del paziente poiché esiste la persona malata e no l'organo malato, tutto questo può portare ad iter diagnostici dispersivi e costosi che non sempre si concludono con la soluzione del problema. E' necessario tornare a considerare la medicina come pratica umana volta a far acquisire una condizione di benessere.
La disciplina conosciuta come psiconeuroendocrinoimmunologia (PNEI) propone un cambiamento di paradigma sul modo di concepire l'uomo, la malattia e la cura. La PNEI è un modello unico nel quale diverse discipline concorrono a ridefinire la natura dell'uomo sofferente lavorando sull'interazione tra sistemi neurobiologici umani e stimoli ambientali, in una direzione che è la versione moderna e scientifica della medicina antica, sia di origine occidentale che orientale.
Quando siamo stanchi e con il morale a terra, ci accade con maggiore probabilità di ammalarci di influenza o di notare la comparsa sul nostro volto del fastidioso herpes labiale. Lo stress, quando insorge in seguito ad eventi di perdita emozionale e in condizioni di lutto può addirittura creare le condizioni favorevoli per la comparsa di malattie più gravi, comportandosi come concausa nell'insorgenza e/o nel decorso di alcune malattie tumorali ed autoimmuni. Questi dati fino a qualche anno fa erano considerati empirici, oggi appare ormai assodato che il cervello, il sistema endocrino e quello immunitario comunicano a vari livelli e sono interrelati attraverso un complesso network in cui sono coinvolte molecole informazionali come neuropeptidi, ormoni, citochine e vari recettori centrali e periferici. Studi approfonditi in tal senso permettono di confermare l'ipotesi che lo stress emozionale produca un'aumentata suscettibilità alla malattia. Da quanto detto emerge che la PNEI rappresenta una metodologia d'indagine e di ragionamento atta a scoprire quali sono le cause più intime di una malattia partendo dal presupposto che esistono dei collegamenti tra zone del corpo apparentemente lontane. La PNEI è la base scientifica del modello di cura mente-corpo: i pensieri, le emozioni, gli stili di vita influenzano direttamente le cellule e gli organi, rafforzando o indebolendo il sistema immunitario, il sistema ormonale e il sistema nervoso.
Il medico quando raccoglie i dati necessari alla diagnosi deve interpretarli avendo la consapevolezza della complessità che caratterizza la malattia e dell'unicità del paziente.
La diagnosi ed il trattamento terapeutico debbono avvalersi dei criteri statistici ma debbono anche essere personalizzati poiché esiste la persona malata nella sua unicità e non la malattia.

domenica 26 maggio 2013

PATOLOGIE DA STRESS LAVORO CORRELATO COSTI ED INTERVENTI


Precariato, crisi, paura di perdere il posto di lavoro o la propria posizione e cattivi rapporti lavorativi innescano un malessere diffuso che aggrava la già pesante situazione delle patologie correlate a stress lavorativo.
L'agenzia per la sicurezza e la salute sul lavoro afferma che “ lo stress lavoro correlato viene esperito nel momento in cui le richieste provenienti dall'ambiente lavorativo eccedono le capacità dell'individuo nel fronteggiare tali richieste.” Secondo quanto dichiarato nell'art.3 dell'Accordo Europeo sullo stress (Bruxel 4/10/04 recepito nell'accordo interconfederale del 9/6/08) lo stress lavoro correlato si definisce “condizione che può essere accompagnata da disturbi o disfunzioni di natura fisica, psicologica o sociale”.
Nell'Unione Europea lo stress è al secondo posto tra i problemi di salute sul lavoro e riguarda il 28 per cento dei lavoratori (dati pubblicati dalla rivista IEN Italia).
In Italia il Piano Sanitario Nazionale riconosce tra i rischi emergenti .le patologie da fattori psicosociali associate a stress e gli effetti sulla salute di fattori organizzativi del lavoro.
Porre attenzione e cercare di risolvere questo problema può voler dire una maggiore efficienza e un deciso miglioramento delle condizioni di salute e sicurezza sul lavoro, con conseguenti benefici economici e sociali per i lavoratori, le aziende e la società nel suo insieme. Il decreto legislativo 81/2008 si prefigge l'obiettivo di offrire ai datori di lavoro ed ai lavoratori un modello che consenta di individuare prevenire e gestire i problemi da stress da lavoro.
I costi diretti ed indiretti delle patologie da stress lavorativo sono elevati e sono a carico: dell'individuo , che deve sostenere le spese per visite mediche ed indagini diagnostiche, per farmaci, per supporto psicologico e a volte spese legali; della collettività grazie alla quale vengono erogati i servizi del Sistema Sanitario Nazionale e degli enti previdenziali ed anche delle aziende che partecipano alle spese previdenziali ed assicurative e che accusano assenteismo.
Occorre chiarire che nelle patologie da stress lavorativo ad essere malato è il lavoro e non il lavoratore, sono malati gli ambienti malsani, i meccanismi delle catene di montaggio, gli imperativi di flessibilità e competitività che logorano nello stress e nell'esaurimento psicofisico. La risposta allo stress è costituita da due fasi acuta e cronica, dalla fase cronica l'organismo può passare a quella di esaurimento. Le condizioni patologiche legate a stress si possono considerare come il risultato di una risposta adattativa dell'organismo troppo intensa e prolungata nel tempo che determina l'esaurimento funzionale dei meccanismi di difesa fisiologici. Gli apparati ed i sistemi maggiormente colpiti sono: cardiovascolare, nervoso, endocrino, gastrointestinale ed immunitario ma non sono risparmiati l'apparato cutaneo e quello muscolo-scheletrico.
I disturbi dell'adattamento che compaiono in caso di stress prolungato sono sia entità cliniche che medico-legali. Seguendo la metodologia medico legale classica per il riconoscimento di una malattia professionale occorre: identificare l'agente professionale o la mansione lavorativa ipoteticamente responsabile della malattia, avere evidenze scientifiche attestate da Organismi nazionali od internazionali della capacità lesiva dell'agente o della mansione identificata, accertare che l'esposizione lavorativa sia avvenuta per tempi abbastanza significativi per durata e quantità, stabilire che la tipologia della malattia che si è manifestata sia uguale a quella comunemente indotta dall'agente o dalla mansione identificata ed infine stabilire che la manifestazione della malattia è avvenuta dopo diversi anni di esposizione. Fare tutto questo in alcune situazioni, come ad esempio l'esposizione all'amianto, risulta sicuramente più semplice che farlo quando la noxa patogena è la vessazione sul posto di lavoro, il turnismo o l'eccessiva competitività. Comunque è di giovedì 14/3/2013 la notizia, pubblicata sul nuovo giornale dei militari, che il TAR del Piemonte, accogliendo la richiesta degli eredi di un sovraintendente della polizia penitenziaria, ha riconosciuto la dipendenza da causa di servizio della patologia tumorale allo stomaco che, insorta nel 2005, ha provocato nel 2009, la morte del congiunto. La patologia è stata correlata all'attività lavorativa svolta dal sovrintendente ed allo stress psicosomatico.
Dal punto di vista clinico è opportuno cercare di fare una diagnosi precoce quando si manifestano alterazioni del comportamento, conflittualità interpersonali in ambiente lavorativo, comportamenti di fuga e disimpegno. La diagnosi precoce insieme ad una serie di piccoli interventi quali identificare le fonti di stress; cercare modi alternativi di affrontare una situazione che si sta vivendo in modo negativo, e se la situazione lavorativa è immodificabile prendere l'impegno a dare minor importanza agli eventi che accadono quotidianamente senza prenderli come qualcosa di personale, evitando di cadere nel circolo vizioso delle repliche ed infine imparare a capire quali sono le cose urgenti e quelle importanti, così da svolgere per primi i compiti importanti ed urgenti poi quelli urgenti ed infine tutti gli altri , può limitare i danni provocati all'organismo dallo stress lavoro correlato.
La cosa fondamentale è essere informati poiché conoscere lo stress ed i propri diritti rende i lavoratori più forti.

lunedì 20 maggio 2013

L'INTERVENTO PSICOLOGICO DOMICILIARE OCCORE CHE PUBBLICO E PRIVATO COLLABORINO PERCHE' SIA ACCESSIBILE A TUTTI


Per dare una valida risposta clinico assistenziale ai bisogni del malato occorre adattare gli strumenti di cura alle esigenze di chi soffre e fornire un'assistenza sanitaria continuativa, accessibile a tutti e che non dimentichi la centralità del paziente nella sua dimensione fisica e psicologica. Tutto questo è garantito se i servizi per la salute prevedono anche l'home-care.
Per quanto riguarda l'intervento psicologico domiciliare il SSN non offre un'assistenza accessibile a tutti. Il servizio pubblico presta assistenza domiciliare integrata (che non sempre prevede l'intervento psicologico o psicofarmacologico) a persone con patologia cronica fortemente invalidante e a persone dimesse in regime di dimissione protetta.
Sono molte le situazioni in cui la psicologia clinica è chiamata ad intervenire e molte le situazioni in cui l'intervento domiciliare, non solo risolve problemi pratici di spostamento, ma offre una serie di vantaggi clinico- terapeutici. Il paziente restando a casa conserva un maggior senso di sicurezza e protezione ricevendo cure individuali indirizzate esclusivamente alle sue necessità. Inoltre i familiari possono partecipare all'assistenza ed imparare da personale qualificato alcuni principi, in modo da essere più tardi, essi stessi di sostegno al paziente senza aver più bisogno di aiuti esterni.
I pazienti con problemi di orientamento subiscono un peggioramento se tolti da un ambiente a loro familiare.
Gli interventi domiciliari in psicologia clinica sono multiformi. Questo tipo di assistenza si è sviluppata in Italia in modo particolare in campo oncologico. Fin dalla sua nascita, alle fine degli anni ottanta, il SSN per poter assicurare ai malati ed alle loro famiglie cure psicologiche si è avvalso della collaborazione del volontariato e del mondo del non profit.
Oggi diverse associazioni di elevata professionalità operano in questo settore e si trovano a fronteggiare una richiesta crescente di servizi, ma è a loro che bisogna rivolgersi in caso di necessità poiché solo personale altamente qualificato è in grado di offrire un aiuto a chi è affetto da patologia neoplastica e a chi vive insieme a lui.
Molto meno sviluppati sono i servizi negli altri ambiti: psicoterapia e psicofarmacologia domiciliare per tutti coloro che hanno difficoltà a recarsi presso un servizio pubblico o privato, sostegno psicologico ai familiari di malati psichiatrici, sostegno psicologico alle neo-mamme,supporto psicologico alla genitorialità,, sostegno psicologico per i minori portatori di handicap e per le loro famiglie, supporto psicologico per i bambini con disturbi specifici dell'apprendimento e per le loro famiglie ed infine intervento terapeutico riabilitativo nelle malattie croniche invalidanti e sostegno psicologico ai familiari di malati cronici ed anziani fragili.
Per il paziente psichiatrico non ospedalizzato ma seguito presso i servizi territoriali pubblici o privati l'aderenza alla terapia farmacologica è in gran parte legata al supporto della famiglia, se questo viene a mancare la cattiva gestione della terapia provoca ricadute nel paziente. L'impatto della patologia psichiatrica sul nucleo familiare è notevole. La famiglia ed il malato sperimentano ansia, paura, impotenza, rabbia. L'intensità di questi sentimenti può suscitare nei familiari sensi di colpa tanto da portarli a negare a loro stessi e a gli altri questi vissuti emotivi, tutto questo accresce il senso di solitudine ed isolamento del malato e della famiglia.
Può capitare nel post-partum, momento fondamentale nella creazione del legame di attaccamento nella diade madre-.bambino, che le mamme vivano un periodo di disagio emotivo, preoccupazione, stanchezza e solitudine in questo momento è importante che esse vengano supportate ricevendo sostegno psicologico ed informazioni sulla fisiologia del sonno e sui bisogni emotivi del neonato. Inoltre le neo-mamme debbono essere sostenute nella vita di coppia e familiare coinvolgendo in questo tutte le persone di riferimento della donna.
Il supporto psicologico alla genitorialità consiste nel dare, sopratutto nei momenti di crisi, ascolto e sostegno ai genitori che ogni giorno si confrontano con le problematiche connesse all'infanzia e alla adolescenza. Questo supporto acquista una valenza speciale per le famiglie di minori portatori di handicap che quotidianamente debbono far fronte ad innumerevoli difficoltà.
I bambini ed i ragazzi con disturbi specifici dell'apprendimento tendono facilmente a rinunciare ad applicarsi nello studio poiché questo costa loro una fatica insopportabile collezionando così una serie di insuccessi scolastici che minano la loro autostima. In questo caso l 'intervento psicologico è duplice: da un lato deve mirare alla messa a punto di una strategia che possa aiutare il bambino o il ragazzo a superare le difficoltà che il DSA gli causa, dall'altro il sostegno psicologico deve aver l'obiettivo di rafforzare un'autostima deficitaria.
Infine nelle patologie croniche invalidanti, come ad esempio il morbo di Alzheimer o la demenza senile, è possibile attuare un intervento di tipo riabilitativo mirato a stimolare le funzioni conservate per rallentarne il deterioramento e perché queste possano compensare quelle deficitarie. Contemporaneamente è possibile intervenire sui disturbi psico-comportamentali quali ansia, depressione e aggressività e fornire un sostegno psicologico alla famiglia.
Per usufruire degli interventi citati chiunque ne abbia bisogno deve rivolgersi, nella maggioranza dei casi, ai servizi assistenziali privati le cui tariffe, fatte eccezione per quelle delle associazione e dei professionisti solidali, sono proibitive per alcune classi sociali. Poiché la salute è un diritto e l'assistenza sanitaria, in tutti i sui aspetti, deve essere accessibile a tutti è sempre più pressante l'esigenza di creare un ponte tra pubblico e privato che assicuri ad ogni cittadino i servizi necessari a prevenire e curare situazioni di disagio psicologico

giovedì 16 maggio 2013

TICKET QUESTO CONOSCIUTO: TUTTO SUI TICKET DEL SISTEMA SANITARIO NAZIONALE


Se occorre fare una visita specialistica o un esame diagnostico rivolgendosi al Sistema Sanitario Nazionale non si paga l'intera prestazione ma soltanto un ticket. Ogni Asl ha un proprio centro di prenotazione per visite ed esami (cup) con vari sportelli sul territorio. E' possibile anche effettuare la prenotazione telefonica. Per la Asl RM H si può utilizzare il numero verde 80 33 33 attivo dal lunedì al venerdì dalle h 7.30 alle h 19.30 ed il sabato dalle ore 7.30 alle 13. Per la prenotazione occorre essere muniti di richiesta del medico di base e codice fiscale.
Per avere l'elenco del costo del ticket per l'anno 2013 basta visitare il il sito wwwbussolasanità.it.
Alcune categorie di cittadini sono esentati dal pagamento del ticket.

Sono molti i cittadini che sono esentati dalla quota di partecipazione alla spesa sanitaria (ticket). Le modalità di esenzione sono diverse, per specifiche condizioni e per categorie di cittadini:

Esenzione ticket per donne in gravidanza:
L'esenzione è limitata alle prestazioni previste dal D.M. 10-09.98: Tutela della maternità.-
L'esenzione per gravidanza è ottenibile se muniti del tesserino rilasciato dai Servizi della ASL (es. Consultori familiari) della ASL.-

Esenzione per reddito e/o per fasce di età:
E' esenzione totale e riguarda:
  • Soggetti con meno di 6 anni o più di 65 anni con reddito familiare inferiore a 36.151,98 euro nell'anno fiscale precedente
  • Disoccupati e loro familiari a carico, con reddito familiare inferiore a 8.263,31 euro (incremento a 11.362,05 euro in presenza del coniuge ed in ragione di ulteriori 516 euro per ogni figlio a carico)
  • Titolari di assegno (ex pensione) sociale, e loro familiari a carico
  • Titolari di pensioni al minimo, con più di 60 anni e loro familiari, con reddito familiare inferiore a 8.263,31 euro incrementato a 11.362,05 euro in presenza del coniuge ed in ragione di ulterori 516 euro per ogni figlio a carico.-
Il diritto all'esenzione dal pagamento del ticket, per fasce di età e/o per reddito (il reddito va inteso lordo ed è riferito all'anno fiscale precedente) deve essere autocertificato dal cittadino (o in caso di impossibilità da un suo familiare) sul retro della ricetta e al momento della fruizione delle prestazioni.-
Il termine "disoccupato" è riferito esclusivamente al cittadino che abbia cessato per qualunque motivo (licenziamento, dimissioni, cessazione di un rapporto a tempo determinato) un'attività di lavoro dipendente e sia iscritto all'Ufficio del lavoro in attesa di nuova occupazione.-

Esenzione per invalidità:
L' esenzione totale riguarda:
  • Invalidi di guerra titolari di pensione diretta vitalizia dalla 1a alla 5a categoria
  • Invalidi civili al 100%
  • Invalidi civili superiori ai 2/3
  • Minori di 18 anni con indennità di frequenza o di accompagnamento (legge 289/90)
  • Ciechi e sordomuti
  • Grandi invalidi per servizio 1a categoria invalidi per servizio dalla 2a alla 5a categoria
  • Grandi invalidi per lavoro
  • Invalidi di lavoro con riduzione della capacità lavorativa superiore ai 2/3 (dal 67% al 100%)
Esenzione limitata alle prestazioni correlate alla patologia o status:
  • Invalidi di guerra dalla 6a alla 8a categoria
  • Invalidi di lavoro con riduzione della capacità lavorativa inferiore ai 2/3
  • Invalidi per servizio dalla 6a alla 8a categoria
  • Infortunati sul lavoro, cittadini affetti da malattie professionali
Il tesserino di esenzione del ticket per invalidità (tesserino giallo a validità annuale) viene rilasciato presso gli appositi sportelli A.SL. dietro presentazione di un documento di riconoscimento valido, del codice fiscale, del documento di iscrizione al S.S.N. e della documentazione inerente la specifica patologia.-

Esenzione per patologie croniche e/o invalidanti:
Esenzione limitata alle prestazioni correlate alla patologia o staus, riguarda cittadini riconosciuti affetti da particolari patologie croniche ai sensi del D.M. 28.05.99 n. 329.
Il Tesserino di esenzione ticket per i cittadini affetti da patologie croniche e/o invalidanti (tesserino giallo a validità annuale), viene rilasciato presso gli sportelli A.S.L. presentando: documento di identità valido, codice fiscale, Documento di iscrizione al S.S.N., certificazione specialistica, attestante la patologia, rilasciata da strutture sanitarie pubbliche o accreditate (presidi ospedalieri o poliambulatori)

Esenzione ticket per patologie rare:
Esenzione limitata a: indagini finalizzate all'accertamento delle malattie rare e indagini genetiche sui familiari dell'assistito, eventualmente necessarie per la diagnosi di malattia rara di origine genetica, effettuate presso i presidi della Rete; tutte le prestazioni appropriate ed efficaci per il trattamento ed il monitoraggio della malattia già accertata e per la prevenzione degli ulteriori aggravamenti. Cittadini riconosciuti affetti da malattie rare.
Il tesserino di esenzione ticket per i cittadini affetti da patologie rare (tesserino giallo a validità annuale) viene rilasciato a vista, presso gli sportelli A.S.L. presentando la seguente documentazione: documento di riconoscimento valido, codice fiscale, documento d'iscrizione al S.S.N., certificazione rilasciata dei Centri della rete per le malattie rare o da strutture sanitarie pubbliche o accreditate.-

Altre esenzioni:
  • Cittadini affetti da HIV o sospetti di esserlo, (cittadini danneggiati da complicanze di tipo irreversibile a causa di vaccinazioni obbligatorie, trasfusioni e somministrazione di emoderivati)- esenzione limitata alle prestazioni correlate alla patologia o status
  • Donatori di sangue – esenzione limitata alle prestazioni connesse alle attività di donazione
  • Donatori di organi e tessuti – esenzione limitata alle prestazioni connesse alle attività di donazione e alle prestazioni finalizzate al controllo della funzionalità dell'organo residuo
  • Vittime del terrorismo e della criminalità organizzata e deportati dai campi di sterminio – esenzione totale
  • Cittadini sottoposti a restrizione delle libertà (D.lgs. n. 230 del 22.06.99) – esenzione totale
  • Giovani al di sotto dei 18 anni che si avviano all'attività sportiva agonistica nelle società dilettantistiche – esenzione limitata all'accertamento dei requisiti d'idoneità
  • Prevenzione dei tumori femminili e del colon – retto – prevenzione dei tumori in età giovanile in soggetti a rischio (+ di 45 anni) (L. n. 388 del 23.12.2000) – esenzione limitata alle prestazioni correlate alla patologia o status
  • Cittadini esenti per malattie croniche e rare che devono essere inseriti nelle liste d'attesa per il trapianto – esenzione limitata alle prestazioni necessarie all'iscrizione nelle liste d'attesa
Decreto legge n. 98 del 15 luglio 2011:
Nuovi ticket:
A partire dalla data di entrata in vigore del provvedimento vengono introdotti i seguenti ticket:
10 euro - Specialistica e diagnostica (visite specialistiche e analisi mediche, da cui sono esenti gli anziani e gli affetti da particolari patologie
25 euro - Codice bianco al pronto soccorso
10 euro - Facoltativo per le regioni sulle ricette
Le regioni (che già hanno applicato forme di compartecipazione per queste prestazioni) possono evitare l'applicazione dei ticket mediante il ricorso a fondi propri o ad altre differenti forme di compartecipazione.-
Saranno le regioni che presentano situazioni di disavanzo a dare applicazione ai ticket, mentre quelle “virtuose” si avvarranno di mezzi propri, risparmiando i cittadini.-


Le Tipologie di esenzione per reddito da riportare nella ricetta sono le seguenti:
(ai sensi dell'art. 8 comma 16 della legge 537/1993 e successive modificazioni ed integrazioni)
E01 = Soggetti con meno di 6 anni o più di 65 anni appartenente ad un nucleo familiare con reddito complessivo inferiore a 36.151,98 euro.-
E02 = Disoccupati e loro familiari a carico appartenenti ad un nucleo familiare con reddito complessivo inferiore a 8.263,31 euro, incrementato a 11.362,05 euro in presenza del coniuge ed in ragione di ulteriori 516,00 euro per ogni figlio a carico.-
E03 = Titolari di assegno (ex pensione) sociale e loro familiari a carico.-
E04 = Titolari di pensione al minimo, di età superiore a 60 anni e loro familiari a carico appartenenti ad un nucleo familiare con reddito complessivo inferiore a 8.263,31 euro, incrementato a 11.362,05 euro in presenza del coniuge ed in ragione di ulteriori 516,00 euro per ogni figlio a carico.-
(fonte vedi qui)


Uno dei principi fondamentali del nostro SSN è la garanzia della continuità di assistenza che si realizza grazie ai servizi di assistenza residenziale e domiciliare. Di servizi di assistenza residenziale ne esistono due tipologie: le lungodegenze e le RSA.
Presso le lungo degenze il paziente riceve 24 ore su 24 un'assistenza di tipo medico ed infermieristico, non deve pagare nulla e per questo la commissione CAD che concede il ricovero valuta sia requisiti sanitari che quelli economici del paziente. Il ricovero in lungodegenza determina la sospensione dell'eventuale assegno di accompagnamento.
Nelle RSA l'assistenza è più di tipo infermieristico, i pazienti hanno un medico di base che provvede a visite e prescrizioni di farmaci e i pazienti pagano una retta in rapporto alle proprie condizioni economiche. Una sentenza del Consiglio di Stato ha stabilito che le rette per le degenze in RSA di persone ultra sessantacinquenni non autosufficienti e disabili gravi devono tener conto dei redditi del solo assistito.
Il servizio di assistenza domiciliare è rivolto a persone con patologie oncologiche, croniche, fortemente e progressivamente invalidanti e a persone dimesse in regime di dimissione protetta. La richiesta può essere inoltrata dal medico di famiglia, dal medico ospedaliero, dai servizi sociali o dal paziente stesso e dai suoi famigliari. Questi ultimi debbono recarsi alla ASL di residenza e presentare domanda.
Tutti coloro che necessitano di assistenza domiciliare ma sono affetti da patologia acuta o che non viene riconosciuta come fortemente invalidante debbono rivolgersi alla sanità privata.

mercoledì 15 maggio 2013

ESISTE UN LEGAME TRA SITUAZIONI PSICOSOCIALI SFAVOREVOLI E MALATTIA, MA QUALCOSA SI PUO' FARE.


In periodo di crisi bisogna adattarsi ma questo meccanismo è enigmatico e può essere anche alla base di alcune patologie.
Gli organismi viventi per sopravvivere debbono adattarsi. L'adattamento riguarda sia quelli semplici, unicellulari, come i batteri, sia gli organismi più complessi e ovviamente l'uomo.
Al variare delle condizioni ambientali tutti i viventi mettono in atto una serie di modificazioni che gli permettono di superare l'ostilità ambientale. Così in presenza di antibiotici alcuni batteri sono in grado di produrre un enzima,la betalattamasi, che scinde la molecola delle penniciline inattivandole. Anche nell'uomo sono presenti meccanismi enzimatici che permettono un adattamento all'ambiente, ad esempio, in alcuni casi, se un determinato alimento scompare dalla dieta si blocca automaticamente la produzione dell'enzima necessario per digerirlo, in questo modo vi è un risparmio energetico. Però, se per caso , quell'alimento viene di nuovo consumato, dopo un periodo relativamente lungo di astinenza, l'apparato digerente non è più in grado di digerirlo ed assorbirlo. In questo duplice aspetto sta l'enigma dell'adattamento.
Per l'uomo l'adattamento, oltre che dai meccanismi biologici, è rappresentato dalla relazione che stabilisce con l'ambiente in cui agisce ed opera, così da riuscire ad ottenere la soddisfazione dei propri bisogni fisici e sociali.
Dal punto di vista fisiologico quando un individuo si trova di fronte ad una situazione ambientale negativa s'innesca una reazione di difesa che ha la funzione di proteggerlo e di permettergli di adattarsi all'ambiente . Si ha un'attivazione del sistema nervoso simpatico ed un'iperattività della midollare del surrene, e di conseguenza un aumento della frequenza cardiaca e della pressione arteriosa, inoltre si ha un aumento di glucosio nel sangue in modo che muscoli e cervello abbiano a disposizione una sostanza ad alto contenuto energetico necessaria all'attività fisica e mentale. A seguito di questa reazione di attivazione o di allarme, se il fattore che l'ha scatenata, non è particolarmente potente o la sua azione si limita ad un breve periodo di tempo, non si verificano altre reazioni fisiologiche significative. Quando invece l'imput è potente e si protrae nel tempo, le modificazioni biologiche che, si sono attivate per favorire l'adattamento, possono dar luogo a modificazioni organiche negative , queste si possono risolvere rapidamente o possono permanere per lunghi periodi di tempo, in questo secondo caso, compaiono le così dette malattie da adattamento. Queste malattie possono assumere forme diverse in base alla presenza di fattori predisponenti nei diversi individui anche se spesso si tratta di malattie cardiovascolari o gastrointestinali.
Dal punto di vista psicologico l'uomo per adattarsi costruisce una strategia di difesa e, se questa ha successo, scompaiono le reazioni fisiologiche di allarme e lo stato d'ansia. Se falliscono possono presentarsi segni di depressione e di rinuncia a continuare la lotta.
I meccanismi di difesa appartengono a due categorie: una è costituita dalle reazioni che si esprimono in un comportamento concreto attraverso cui l'individuo cerca di modificare una relazione negativa che si è venuta a stabilire tra se stesso e l'ambiente in cui vive, l'altra è data da un insieme di reazioni che hanno una funzione analgesica in cui l'individuo si affida a soluzioni che non risolvono la situazione ma che hanno la funzione di farlo soffrire meno. In questo caso se la situazione perdura a lungo possono insorgere modificazioni emotive significative.
Non è detto però che in tutti gli individui si manifestino gli stessi tipi di reazione psicologiche, infatti molti fattori intervengono a modulare e modificare le diverse reazioni ad uno stato di tensione. Le reazioni agli stimoli ambientali possono essere profondamente modificate dall'esperienza che un individuo ha avuto durante l'infanzia o nel corso della propria vita.
Non sempre però si può già avere avuto esperienza di una determinata situazione, allora può essere utile avere a disposizione tutte le informazioni riguardanti quella determinata circostanza perché questo può facilitare le reazioni di adattamento. Inoltre la solidarietà e la partecipazione da parte degli altri individui è un fattore essenzialmente protettivo in quanto smorza gli effetti che le situazioni ambientali negative possono provocare nel singolo soggetto.
In conclusione esiste un legame statisticamente significativo tra le situazioni ambientali sfavorevoli di carattere psicosociale e la comparsa di una malattia.
Ogni evento particolarmente importante che si verifica nel corso della vita di una persona, esige un riadattamento da parte dell'individuo, ma se l'adattamento non avviene con modalità corrette, lo sforzo che l'individuo compie, nel tentativo di adattarsi, abbassa le sue resistenze organiche e psicologiche ed è quindi probabile che egli si ammali.
Quando una situazione sfavorevole è immutabile si può aiutare chi la sta vivendo facendogli sviluppare le giuste strategie d'adattamento.

martedì 14 maggio 2013

CERTIFICATO SEI NECESSARIO MA QUANTO MI COSTI!


Sono molte le occasioni in cui è necessario presentare un certificato medico e soltanto alcune di queste certificazioni sono gratuite. La maggior parte, anche se rilasciate da un medico convenzionato con il Sistema Sanitario Nazionale, sono a pagamento.
I certificati medici gratuiti sono: l'attestazione di malattia che il medico di famiglia invia telematicamente all'INPS, la riammissione a scuola dopo assenza prolungata e l'idoneità sportiva non agonistica per attività scolastica. Tutti gli altri numerosi certificati, che qualsiasi medico convenzionato o non (per il certificato SS3 il medico certificatore deve essere iscritto nell'elenco INPS dei medici abilitati alla trasmissione telematica dei certificati d'invalidità) può rilasciare, hanno un costo.
Per quanto riguarda l'importo dei vari certificati, come è stato ben chiarito nel convegno “Certificati medici: dubbi e domande” svoltosi presso l'Ordine dei Medici di Firenze il 04/04/2012, non esiste nessuna tariffa obbligatoria che il medico deve rispettare, al massimo può seguire le indicazioni ed i suggerimenti proposti dalle associazioni di categoria ma sempre avendo presente che si tratta di semplici consigli non di tariffe vincolanti. Sia che il certificato sia esente da IVA sia che sia assoggettato all'IVA è sempre e comunque obbligatorio che venga emessa la relativa fattura.
Nel caso in cui il certificato rappresenta l'atto finale di una visita medica per cui la prestazione è composta da due elementi inscindibili: visita e certificazione il compenso riguarda indissolubilmente tutti e due gli aspetti per cui la descrizione in fattura è : “visita e certificazione medica”.

TARIFFARIO INDICATIVO PER LE CERTIFICAZIONI MEDICHE ANNO 2013
(il medico certificatore non ha l'obbligo di rispettare questo tariffario che rimane solo indicativo)


CERTFICAZIONI ESENTI IVA

Idoneità sportiva non agonistica euro 50

Sana e robusta costituzione euro 50

Ammissione in casa di riposo euro 50

Esonero lezioni di educazione fisica euro 40

Ammissione a colonie e centri estivi euro 30

Ammissione a cure termali euro 50

Certificato per soggiorni marini e montani euro 30

Certificato per dieta personalizzata mensa scolastica euro 30

Certificato anamnestico per il porto d'armi euro 50

Certificato INAIL successivo al terzo o comunque dopo chiamata INAIL euro 50




CERTIFICAZIONI SOGGETTE AD IVA (21 per cento)

Inabilità temporanea per mancata comparizione disposta dall'autorità giudiziaria euro 84,70

Inabilità temporanea per le agenzie di viaggio euro 84,70

Certificato per assicurazioni private euro 60,50

Certificato invalidità INPS euro 60,50

Certificato inabilità per deroga a riscuotere la pensione euro 60,50

Certificato per il riconoscimento invalidità civile, legge 104, accompagnamento euro 60,50

Compilazione scheda di salute euro 36,30.

E' alla sensibilità del medico, vista anche la rilevanza sociale di alcune certificazioni, applicare la tariffa più consona ai bisogni dell'utenza che a lui si rivolge.

Una notizia utile: telefonando al numero verde di Altro Consumo 800 12 43 46 attivo dal lunedì al sabato dalle ore 9 alle 20 escluso i festivi e gratuito anche dai cellulari si può ricevere gratis la guida “Sanità istruzioni per l'uso”. Gli operatori telefonici propongono un abbonamento prova ad Altro Consumo ma,
anche se si rifiuta l'abbonamento si può ricevere la guida, basta avere un indirizzo mail.