Numerose ricerche
epidemiologiche internazionali hanno dimostrato che una corretta
alimentazione è il primo passo per la prevenzione e la cura di
numerose malattie (ipertensione, ipercolesterolemia, diabete,
malattie dell'apparato digerente, osteoporosi, acne, cistite,
emicrania), inoltre negli ultimi anni sono molti gli studi che
indagano il rapporto tra alimentazione e cancro.
Si può mangiare sano e
bene. Un'alimentazione ricca di frutta e verdure e povera di grassi è
fondamentale per eliminare i fattori di rischio per le malattie, in
particolare quelle dell'apparato cardiocircolatorio.
Per un buon
funzionamento, il nostro organismo deve ricevere ogni giorno una
corretta quantità di energia e principi nutritivi essenziali. Le
calorie, unità di misura dell'energia, sono contenute in quantità
variabile in tutti i cibi. L'alimentazione sana prevede un giusto
apporto calorico e una giusta ripartizione dei principi nutritivi.
Questo principio rimane valido anche nel caso in cui sia necessario
perdere peso. Uno studio del Karoliniska Institutet di Stoccolma,
apparso su International Journal of Obesity, dimostra che tra i tanti
effetti collaterali delle diete drastiche e fortemente restrittive vi
è la comparsa di calcoli biliari.
Quando si parla di
prevenzione attraverso l'alimentazione non si può trascurare che
nell'ultimo ventennio l'obesità ed i disturbi dell'alimentazione, di
cui anoressia e bulimia sono le manifestazioni più note, sono
diventati una vera e propria emergenza di salute.
Negli Stati Uniti le
associazioni mediche che si occupano di disordini alimentari non
esitano a definirli come una vera e propria epidemia che attraversa
tutti gli strati sociali e tutte le etnie.
I disturbi del
comportamento alimentare (DCA) negli ultimi anni hanno subito un
abbassamento dell'età di esordio e una diversificazione dei quadri
clinici.
Il DSM-IV, manuale di
diagnostica psichiatrica, li definisce disturbi caratterizzati dalla
presenza di alterazioni evidenti del comportamento alimentare. Quindi
sono patologie tipizzate da un disturbo, o un disagio, causato da
un alterato rapporto con il cibo e con il proprio corpo.
Secondo i dati stimati
nel 2012 dal Ministero della Salute sono circa tre milioni le persone
in Italia affette da DCA. Circa due milioni sono ragazzi e questa
patologia rappresenta la prima causa di morte per malattia delle
femmine tra i 12 ed i 25 anni (dati Società Italiana per lo Studio
dei DCA).
Questi disturbi
colpiscono in prevalenza la popolazione femminile, anche se la
percentuale dei maschi affetti è in crescita.
L'obesità e i disturbi
del comportamento alimentare presentano numerose zone di intersezione
con altri campi della medicina e per questo richiedono interventi
coordinati di specialisti diversi sia per un corretto inquadramento
diagnostico, sia per un adeguato trattamento terapeutico. Tuttavia la
cura psichiatrica e psicoterapeutica rappresenta il fondamento del
trattamento e deve essere associata agli altri specifici interventi.
Secondo le linee guida (NICE e APA) i livelli di cura devono
garantire tutti un approccio multidimensionale e multiprofessionale e
consentire una continuità delle cure nel passaggio da un livello
assistenziale all'altro. L'accesso principale al percorso terapeutico
dovrebbe essere quello ambulatoriale che svolge funzione di filtro
diagnostico e terapeutico per i successivi livelli di cura (day
hospital, ricovero ordinario e residenziale). La scelta del livello
assistenziale è definita da precisi criteri clinici e psichiatrici e
viene accompagnata da un intenso lavoro di motivazione al trattamento
poiché spesso non esiste né motivazione né coscienza di malattia.
Sul web è disponibile la
mappa di tutte le strutture pubbliche e convenzionate con il SSN che
in Italia si occupano di riabilitazione dei DCA (clicca sul link per leggere le mappe: ).
buone pratiche dicura e prevenzione sociale DCA
Sono molti i fattori che
influenzano la comparsa e l'andamento di obesità e DCA: una distorta
percezione del proprio aspetto fisico, problematiche familiari, la
convinzione che una persona venga valutata prevalentemente in base al
proprio aspetto fisico, la mancanza di autostima, modelli estetici
che esaltano la magrezza come sinonimo di bellezza e , per contro,
ritengono l'obesità simbolo di scarsa efficienza e di emarginazione
sociale.
I programmi di
prevenzione primaria, condotti finora in diversi paesi occidentali,
non hanno fornito risultati confortanti. Non serve a molto fornire
informazioni ai giovani circa i DCA e i loro fattori di rischio,
nella speranza che essi evitino comportamenti pericolosi. Maggiore
incidenza hanno le informazioni che provengono dagli adulti
significativi per il mondo giovanile.
Migliori risultati si
ottengono con la prevenzione secondaria che consiste nell'accorciare
i tempi tra l'esordio della malattia e la richiesta d'aiuto. In
questo risulta fondamentale l'intervento di chi vive al fianco dei
pazienti poiché essi spesso negano di avere un problema. Non bisogna
sottovalutare le condotte alimentari e quando serve occorre
rivolgersi al medico ed in seconda battuta allo specialista.
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