La malattie per
definizione causano sofferenza fisica e psicologica. Alcune possono
far nascere un problema ulteriore, possono essere causa di disagio ed
insicurezza in presenza di altre persone o possono essere fonte di
vergogna. A volte e sopratutto negli adolescenti il senso di
inadeguatezza si può concentrare sul corpo fino a trasformarsi in
dismorfofobia cioè la vergogna del proprio corpo. E' intimo il
rapporto tra malattia e vergogna.
Sono numerose le
patologie che nel corso degli anni sono state considerate come uno
stigma sociale e delle quali è difficile parlare anche con il
medico.
Gli epilettici, o meglio
le epilettiche, nel medioevo erano considerate delle streghe,
successivamente la malattia denominata morbus sacer, maior,
comitialis ha rappresentato per chi ne era affetto un grave
impedimento all'integrazione sociale.
Ci sono stati anni in cui
le famiglie nascondevano la presenza di un malato di tubercolosi.
Oggi lo stigma e
l'esclusione sociale sono i principali ostacoli che le persone con
demenza e coloro che li assistono incontrano: ad affermarlo sono il
75 per cento dei malati ed il 64 per cento dei familiari, mentre il
40 per cento dei malati afferma anche di sentirsi evitato o trattato
in modo diverso (Rapporto Mondiale Alzheeimer 2012). La vergogna nei
confronti della malattia resta un ostacolo per tutte le iniziative
relative alla demenza. L'informazione è fondamentale per rimuovere
questo ostacolo (www.alzheimer.it).
L'Organizzazione Mondiale
della Sanità stima che circa 400 milioni di persone nel mondo siano
affette da disturbi mentali, per questi pazienti le difficoltà ad
accedere tempestivamente alle cure nascono da una serie di pregiudizi
che creano situazioni di stigmatizzazione ed esclusione.
E' sempre la vergogna
l'impedimento alla di
agnosi precoce del poliabuso alcolico.
Nel sottoporsi a
colonscopia, esame diagnostico utilizzato anche per la prevenzione
dei tumori del grosso intestino, c'è paura di avvertire dolore ma
c'è anche sensazione di vergogna.
Sono tre milioni gli
italiani affetti da incontinenza urinaria ed altri tre ne soffrono in
modo saltuario. Questa malattia pone forti limiti ai contatti
sociali, all'attività lavorativa ed alla vita di relazione e
sessuale provocando disagio fisico e psicologico e scatenando
sentimenti di imbarazzo e vergogna.
L'alopecia e le malattie
della pelle come la psoriasi possono incidere sulla qualità della
vita per il disagio sociale ed il conseguente isolamento
l'isolamento che generano.
Anche per le malattie
neoplastiche esistono studi che documentano il senso di vergogna
provato dai pazienti.
Lo stigma nei confronti
della malattia incide sul destino delle persone che ne sono colpite e
sulla possibilità di ricevere cure adeguate.
Con il tempo ci si è
emancipati rispetto ad alcune patologie, anche se rimane ancora
difficile parlare dei disturbi che coinvolgono la sfera psicologica e
sessuale della nostra vita.
La vergogna è collegata
in alcuni casi alla via di trasmissione della malattia, è così da
sempre per le malattie veneree o per l'aids , ma può comparire anche
perché investe gli aspetti più intimi della persona come nel
caso, ad esempio, dell'impotenza o dell'eiaculazione precoce
(www.amicoandrologo.it).
La vergogna per la
malattia è un impedimento a trovare una soluzione, anche quando
questa è possibile, poiché frena la richiesta d'aiuto.
Oggi il web rappresenta
un nuovo terreno per la comunicazione, grazie alla rete si può
assumere maggiore consapevolezza per tutelare la propria salute e per
diventare soggetti attivi del processo di cura, non sempre però è
facile orientarsi. Il maggior anonimato che la rete garantisce
rispetto al rapporto diretto può rappresentare per i medici
un'opportunità in più per migliorare il dialogo in tutte quelle
situazioni in cui la vergogna per la malattia rappresenta un
impedimento alla cura.
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