Precariato, crisi, paura
di perdere il posto di lavoro o la propria posizione e cattivi
rapporti lavorativi innescano un malessere diffuso che aggrava la già
pesante situazione delle patologie correlate a stress lavorativo.
L'agenzia per la
sicurezza e la salute sul lavoro afferma che “ lo stress lavoro
correlato viene esperito nel momento in cui le richieste provenienti
dall'ambiente lavorativo eccedono le capacità dell'individuo nel
fronteggiare tali richieste.” Secondo quanto dichiarato nell'art.3
dell'Accordo Europeo sullo stress (Bruxel 4/10/04 recepito
nell'accordo interconfederale del 9/6/08) lo stress lavoro correlato
si definisce “condizione che può essere accompagnata da disturbi o
disfunzioni di natura fisica, psicologica o sociale”.
Nell'Unione Europea lo
stress è al secondo posto tra i problemi di salute sul lavoro e
riguarda il 28 per cento dei lavoratori (dati pubblicati dalla
rivista IEN Italia).
In Italia il Piano
Sanitario Nazionale riconosce tra i rischi emergenti .le patologie da
fattori psicosociali associate a stress e gli effetti sulla salute di
fattori organizzativi del lavoro.
Porre attenzione e
cercare di risolvere questo problema può voler dire una maggiore
efficienza e un deciso miglioramento delle condizioni di salute e
sicurezza sul lavoro, con conseguenti benefici economici e sociali
per i lavoratori, le aziende e la società nel suo insieme. Il
decreto legislativo 81/2008 si prefigge l'obiettivo di offrire ai
datori di lavoro ed ai lavoratori un modello che consenta di
individuare prevenire e gestire i problemi da stress da lavoro.
I costi diretti ed
indiretti delle patologie da stress lavorativo sono elevati e sono a
carico: dell'individuo , che deve sostenere le spese per visite
mediche ed indagini diagnostiche, per farmaci, per supporto
psicologico e a volte spese legali; della collettività grazie alla
quale vengono erogati i servizi del Sistema Sanitario Nazionale e
degli enti previdenziali ed anche delle aziende che partecipano alle
spese previdenziali ed assicurative e che accusano assenteismo.
Occorre chiarire che
nelle patologie da stress lavorativo ad essere malato è il lavoro e
non il lavoratore, sono malati gli ambienti malsani, i meccanismi
delle catene di montaggio, gli imperativi di flessibilità e
competitività che logorano nello stress e nell'esaurimento
psicofisico. La risposta allo stress è costituita da due fasi acuta
e cronica, dalla fase cronica l'organismo può passare a quella di
esaurimento. Le condizioni patologiche legate a stress si possono
considerare come il risultato di una risposta adattativa
dell'organismo troppo intensa e prolungata nel tempo che determina
l'esaurimento funzionale dei meccanismi di difesa fisiologici. Gli
apparati ed i sistemi maggiormente colpiti sono: cardiovascolare,
nervoso, endocrino, gastrointestinale ed immunitario ma non sono
risparmiati l'apparato cutaneo e quello muscolo-scheletrico.
I disturbi
dell'adattamento che compaiono in caso di stress prolungato sono sia
entità cliniche che medico-legali. Seguendo la metodologia medico
legale classica per il riconoscimento di una malattia professionale
occorre: identificare l'agente professionale o la mansione lavorativa
ipoteticamente responsabile della malattia, avere evidenze
scientifiche attestate da Organismi nazionali od internazionali
della capacità lesiva dell'agente o della mansione identificata,
accertare che l'esposizione lavorativa sia avvenuta per tempi
abbastanza significativi per durata e quantità, stabilire che la
tipologia della malattia che si è manifestata sia uguale a quella
comunemente indotta dall'agente o dalla mansione identificata ed
infine stabilire che la manifestazione della malattia è avvenuta
dopo diversi anni di esposizione. Fare tutto questo in alcune
situazioni, come ad esempio l'esposizione all'amianto, risulta
sicuramente più semplice che farlo quando la noxa patogena è la
vessazione sul posto di lavoro, il turnismo o l'eccessiva
competitività. Comunque è di giovedì 14/3/2013 la notizia,
pubblicata sul nuovo giornale dei militari, che il TAR del Piemonte,
accogliendo la richiesta degli eredi di un sovraintendente della
polizia penitenziaria, ha riconosciuto la dipendenza da causa di
servizio della patologia tumorale allo stomaco che, insorta nel 2005,
ha provocato nel 2009, la morte del congiunto. La patologia è stata
correlata all'attività lavorativa svolta dal sovrintendente ed allo
stress psicosomatico.
Dal punto di vista
clinico è opportuno cercare di fare una diagnosi precoce quando si
manifestano alterazioni del comportamento, conflittualità
interpersonali in ambiente lavorativo, comportamenti di fuga e
disimpegno. La diagnosi precoce insieme ad una serie di piccoli
interventi quali identificare le fonti di stress; cercare modi
alternativi di affrontare una situazione che si sta vivendo in modo
negativo, e se la situazione lavorativa è immodificabile prendere
l'impegno a dare minor importanza agli eventi che accadono
quotidianamente senza prenderli come qualcosa di personale, evitando
di cadere nel circolo vizioso delle repliche ed infine imparare a
capire quali sono le cose urgenti e quelle importanti, così da
svolgere per primi i compiti importanti ed urgenti poi quelli urgenti
ed infine tutti gli altri , può limitare i danni provocati
all'organismo dallo stress lavoro correlato.
La cosa fondamentale è
essere informati poiché conoscere lo stress ed i propri diritti
rende i lavoratori più forti.
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